Indica, Sativa e Ruderalis, all’interno della famiglia delle Cannabinacee, sono le principali tipologie genetiche della Cannabis e si distinguono per caratteristiche e proprietà molto specifiche. A differenza dei fiori che potete trovare nel nostro cannabis shop online, in questo articolo parleremo di varietà di cannabis ad alto contenuto di THC.
Nonostante gli stessi concetti siano estendibili alle piante di canapa legale, con i termini sativa, indica e ruderalis si descrivono sempre le tre principali tipologie di piante di maijuana ad elevato tenore di THC. La coltivazione di queste tipologie di piante cannabis è pertanto illegale in Italia, differentemente da quanto avviene per le piante di Canapa light, che presentano alti valori di CBD e bassi valori di THC.
La Cannabis Indica
Proveniente dall’India, venne classificata nel 1785 dal biologo Jean-Baptiste Lamarck il quale, di fatto, la distinse dalla varietà Sativa all’epoca coltivata in Europa.
Dal punto di vista morfologico la Cannabis Indica si distingue per una diversa consistenza degli steli e dello spessore della corteccia, per le foglie di colore verde scuro con tonalità viola o rossicce e per l’arbusto compatto e robusto, molto fitto e simile ad un piccolo abete.
Questa pianta veniva coltivata in India prevalentemente per sue elevate proprietà psicoattive e medicinali.
Successivamente attecchì sulle montagne dell’Hindu Kush in Afghanistan, acquisendo una eccezionale resistenza a quelle condizioni climatiche estreme che probabilmente, data la necessità di doversi proteggere dal gelo, determinò la capacità tipica di produrre un’elevata quantità di resina.
La Cannabis Indica produce un effetto sedativo particolarmente adatto a migliorare la qualità del sonno, ma anche a contenere stati ansiosi o ad attenuare dolori cronici.
La Cannabis Sativa
Sempre originaria dell’India, la Cannabis Sativa è una pianta di dimensioni generose che può raggiungere anche i due metri di altezza.
Per le sue caratteristiche di resistenza e adattabilità, questa varietà si è diffusa facilmente sia nelle regioni equatoriali che in Europa e negli Stati Uniti, tanto da essere universalmente associata, nel gergo comune, al termine di “canapa indiana”.
E’ facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche foglie palmate, di colore verde intenso, dai lobi seghettati e lanceolati
I fiori, sia maschili che femminili, sono facilmente individuabili nel sesso, il che rende la coltivazione della Cannabis Sativa abbastanza semplice, come spesso apprendiamo dalle cronache di informazione.
Un’altra particolarità di questa pianta risiede nella presenza di ghiandole su tutta la sua superficie che producono la particolare resina, di odore caratteristico e di colore bruno, che viene spesso utilizzata in procedimenti estrattivi.
Rispetto all’Indica, la Cannabis Sativa ha una resa produttiva decisamente più elevata che ne ha decretato il successo e la diffusione capillare e spesso presenta concentrazioni di THC molto alte a fronte di un livello relativamente contenuto di CBD. Per tali peculiarità, differentemente dall’Indica, la Cannabis Sativa ha effetti più stimolanti ed energizzanti, per cui è adatta per favorire la concentrazione e stimolare la creatività.
La Cannabis Ruderalis
Questa varietà è originaria dell’Asia, dell’Europa Centrale e Orientale e in particolare della Russia, dove ancora oggi continua a prosperare in modo selvatico, denotando, anche in questo caso, una grande resistenza e capacità di adattamento anche a condizioni di vita non propriamente ottimali che le hanno conferito il nome “Ruderalis”, che significa appunto che cresce su qualsiasi terreno di scarto
Dal punto di vista prettamente genetico, questa specie può essere considerata a metà strada tra le altre due varietà citate.
La principale caratteristica della Cannabis Ruderalis è quella che la sua fioritura non dipende da un particolare periodo dell’anno per cui, al pari di tante piante campestri spontanee. Questo significa che la pianta prospera in piena autonomia anche senza essere soggetta a particolari attenzioni, e solamente in base al suo ciclo riproduttivo, che si attualizza dopo circa tre o quattro settimane di crescita vegetativa.
Probabilmente, questa particolarità ha origine proprio dalla straordinaria capacità di adattamento della pianta alle condizioni climatiche molto ostili dei luoghi di origine, quindi con estati molto brevi e lunghe ore di luce diurna.
Per questo, tipicamente si distingue per le sue piante basse e compatte, con cime piccole e molto robuste.
Un’ulteriore conseguenza di questa “selvaticità” è lo scarso livello di CBD e THC che contiene. Questo aspetto ha determinato per lungo tempo la marginalità della Cannabis Ruderalis al fine della coltivazione e del consumo.
Di recente, tuttavia, si è scoperta la sua utilità nella creazione di piante ibride molto resistenti, da cui è possibile ottenere varietà autofiorenti e dunque più facili da coltivare, dotate di principi attivi propri dell’Indica o della Sativa.